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Salvataggio, riabilitazione e rilascio dei ghepardi –


Dalla Namibia alla Germania….!

Oggi in Germania ha luogo la 2. Conferenza Internazionale sulla Ricerca negli Zoo, Conservazione e biodiversità.

Ci sono diversi interessanti interventi sulla conservazione in situ ed ex situ, e alle 11.15 è intervenuta anche la Dr. Marker, parlando dell’approccio del CCF sulla lotta al commercio illegale di ghepardi.

In Namibia , nel nostro Quartier Generale, continuiamo a fare in modo che i volontari, lo staff e i tirocinanti partecipino a svariate riunioni interattive.

I nostri dipartimenti fanno presentazioni su vari progetti attuali e passati, i tirocinanti presentano i loro lavori e le esperienze vissute, e sono presenti anche visitatori occasionali e collaboratori, mentre ogni giorno ci sono presentazioni online dove si può partecipare a seconda dei propri campi di interesse.

L’educazione è un pilastro fondamentale del CCF, insieme alla Ricerca e alla Conservazione.

L’educazione non finisce mai.

Il CCF ha un approccio integrato che fa confluire tutti i dipartimenti verso una visione collettiva, essenziale per portare avanti la nostra missione.

Dalla Namibia, oggi cheetah.org

Dr Laurie Marker Durante la presentazione
La sala riunioni al Centro CCF in Namibia con i partecipanti online

La prima corsa di Khaleesi!

Dalla Namibia, ecco la più giovane dei ghepardi salvati recentemente, Khaleesi, che fa la sua prima corsa!

Seguita dai guardiani e dalla Dr Marker, dimostra già doti notevoli!

Khaleesi ha solo 8 mesi!


Cambiamenti climatici e ghepardi

Conservazione

Dr. Laurie Marker

  • della dottoressa Laurie Marker5 novembre 2021
Cambiamenti climatici e ghepardi

Ghepardo selvatico su un albero da gioco. Foto di Craig Taylor

Unico tra i grandi felini: il ghepardo è l’animale terrestre più veloce, il più piccolo e il più antico delle specie di grandi felini e l’unico grande felino che fa le fusa. È anche il felino più a rischio d’estinzione in Africa.

Le tre maggiori minacce sono: la perdita dell’habitat, il conflitto con l’uomo per la predazione del bestiame e il traffico illegale di animali vivi per soddisfare la domanda di animali esotici. Tutte e tre queste minacce sono esacerbate dagli effetti del cambiamento climatico.

Ci sono meno di 7.500 ghepardi in tutti i suoi arealin in Africa, con una popolazione estremamente ridotta (meno di 50) di ghepardi in Iran. I ghepardi si trovavano in gran parte dell’Africa e dell’Asia e il loro rapido declino si è verificato negli ultimi cento anni. Abbiamo perso circa il 90% della popolazione di ghepardi durante quel periodo e il ghepardo si è estinto in 20 paesi negli ultimi 50 anni. In Namibia, abbiamo la più grande popolazione di ghepardi di circa 1.500 esemplari. Con l’aiuto di sostenitori dedicati in tutto il mondo, abbiamo stabilizzato la popolazione di ghepardi in Namibia.

Ghepardi riabilitati e rilasciati

Il cambiamento climatico rappresenta una minaccia significativa per tutta la fauna selvatica, perché accelera il cambiamento ambientale e esercita una pressione crescente su persone e animali che dipendono dalla terra per vivere. I ghepardi sono particolarmente vulnerabili ai rapidi cambiamenti ecologici e ambientali, in parte perché mancano di diversità genetica e sono cacciatori specializzati. Richiedono ampi spazi e terreni aperti per catturare le loro prede. Se non si interviene per affrontare le cause profonde del cambiamento climatico, ci troveremo di fronte a una rapida estinzione su vasta scala di molte specie.

Dipendiamo dai partecipanti alla #COP26 perché mantengano il loro impegno nei riguardi dei loro cittadini.

Il cambiamento climatico è un problema globale e gli sforzi per invertire la tendenza richiedono il sostegno dei più alti livelli di governo.

Al CCF, una delle tante cose che studiamo è l’ecologia del paesaggio arido che il ghepardo chiama casa. Abbiamo visto gli impatti della cattiva gestione del territorio e delle pratiche agricole non sostenibili nella savana. Abbiamo scoperto che nel tempo, il degrado dell’ecosistema si aggrava in modo esponenziale se non interviene l’essere umano in modo risolutivo.

Ad esempio, in Namibia, la vegetazione a livello del suolo (erba) è consumata più frequentemente da bestiame e ungulati selvatici (mammiferi ungulati), ma il livello medio della vegetazione (arbusto) è meno frequentemente consumato. Ciò è in gran parte dovuto all’assenza di megafauna (rinoceronti ed elefanti) che storicamente se ne cibano. La diffusa riduzione di queste specie di megafauna nell’ecosistema ha causato una invasione incontrollata di cespugli spinosi autoctoni. Man mano che il cespuglio spinoso cresce, le praterie aperte diventano gradualmente più fitte ed impenetrabili. Ciò riduce lo spazio disponibile per gli agricoltori per pascolare il loro bestiame, il che provoca un pascolo eccessivo. Man mano che più bestiame si nutre su un territorio ridotto, si crea un circolo vizioso di ulteriore perdita di habitat. Di conseguenza, le praterie aride in Namibia sono state ridotte a un’area delle dimensioni della California.

Primo piano del cespuglio spinoso.
Territorio ripulito a sinistra, non bonificato a destra.

Abbiamo visto che la trasformazione delle praterie in cespugli non è esclusiva della Namibia, sta avvenendo in tutta l’Africa, causando il degrado del suolo nel tempo. I cespugli spinosi hanno radici molto profonde e attingono alla falda freatica crescendo costantemente ; combinato con una riduzione delle precipitazioni annuali, questo porta a problemi importanti come la desertificazione. Il passaggio dalle praterie alla boscaglia e il suo aumento del consumo di acqua ha un impatto negativo sull’economia della Namibia con una spesa di oltre 150 milioni di dollari americani all’anno in interventi per portare acqua alla popolazione.

Al fine di mitigare la perdita dell’habitat e ridurre la vegetazione arbustiva, il CCF lavora per disboscare i cespugli invasivi. Abbiamo trovato un modo per utilizzare il materiale di scarto legnoso per creare combustibile da biomassa. Bushblok®* è un tronchetto di combustibile ecologico che brucia in modo pulito ed è un’alternativa migliore per il riscaldamento e la cottura rispetto al carbone. La produzione di energia da biomassa con combustibili green come Bushblok® ha il potenziale di alimentare gran parte della nostra Namibia se viene ampliata.

L’habitat ripulito crea spazio per la fauna selvatica che può nuovamente attraversare i territori. Mentre recuperiamo la terra mediante bonifica, il team di ecologia di CCF ricerca gli effetti a breve e lungo termine sulla distribuzione di animali e piante e monitora i cambiamenti chimici nella struttura del suolo utilizzando diverse metodologie. La ricerca che conduciamo aiuta a capire meglio quali azioni di conservazione sono più efficaci nel ripristinare l’habitat.

Disboscamento selettivo del cespuglio spinoso.
Il Dr. Bruce Brewer con cespugli sminuzzati e tronchi di carburante Bushblok.

Un’altra conseguenza della riduzione delle praterie è il declino delle prede selvatiche. Man mano che la popolazione umana cresce, le persone vivono in prossimità di specie predatrici come il ghepardo e, sfortunatamente, questi due fattori si traducono in maggiori episodi di conflitti uomo-fauna selvatica. Al fine di mitigare il conflitto uomo-fauna selvatica, il CCF ha sviluppato una serie di programmi di educazione degli agricoltori che promuovono le tecniche di allevamento rispettose dei predatori. La nostra formazione “Future Farmers of Africa” insegna buone pratiche di gestione del bestiame, dei pascoli e della fauna selvatica, incluso l’uso di cani da guardia del bestiame (LGD). Proteggendo il bestiame degli agricoltori dalla predazione con una presenza imponente e un abbaio molto rumoroso, i cani da guardianìa aiutano a ridurre le perdite di bestiame dall’80 al 100%, riducendo così la necessità degli agricoltori di uccidere ghepardi e altri predatori.

La ricerca del CCF, e la ricerca di molti altri, hanno dimostrato che abbiamo ancora tempo per fare la differenza verso l’arresto della progressione del cambiamento climatico. I sostenitori del CCF fanno l’investimento ogni giorno finanziando il nostro lavoro su tutti gli areali dei ghepardi. Insieme stiamo invertendo la perdita di habitat, prevenendo un ulteriore degrado del suolo, rafforzando lo sviluppo dei mezzi di sussistenza e incoraggiando l’agricoltura sostenibile. Siamo ancora in tempo per salvare il ghepardo. In questo modo, beneficeremo di tutto ciò che ruota intorno all’habitat del ghepardo.

Il cambiamento climatico è un grosso problema e abbiamo bisogno del sostegno di governi e leader aziendali in grado di offrire un aiuto su larga scala. Abbiamo tempo e i giovani del mondo dipendono da noi. Non possiamo semplicemente sentirci impotenti riguardo a questa situazione. Invece, dobbiamo lavorare insieme e cambiare il mondo in #SaveTheCheetah.

*Bushblok® è certificato Forest Stewardship Council – FSC® (FSC-C004580).


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To My Beautiful Zinzi – Courtesy of Eli Walker


Georgia – Liberata e mamma!

Georgia – Liberata e mamma!

Georgia – Liberata e mamma!


— Leggi su ccf-italia.org/georgia-liberata-e-mamma/


Helicobacter in Cheetahs di Prof. Giacomo Rossi

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